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Uno spazio creativo e fluido all’interno dello studio, che si veste di nuove tele a rotazione.

Perché la passione per la bellezza, per l’arte, accomuna i soci dello studio

ed è fonte di ispirazione continua.

Rua Muro Arte
apre al pubblico su appuntamento.
 
c/o Palazzo Ferrari Moreni
Via Rua muro 60, Modena

Ersilia Sarrecchia

SELVATICA

a cura di Francesca Baboni
sito instragram

DONNE CHE CORRONO SENZA I LUPI
L’ambiente che ci circonda spesso contribuisce alla creazione di una nostra identitĂ ,
ancor piĂą quello che ci avvicina al primordiale, come lo spazio incontaminato dei boschi.
Ersilia Sarrecchia è selvatica dentro e con questa sua nuova personale
intende omaggiare la sua natura con una scelta pittorica che trascende dalla bontĂ  del soggetto.
La sua attitudine è quella fondamentalmente di tutte le donne consapevoli,
che abbracciano la naturalezza dell’essere senza timori di giudizio.
La serie Ora che posso fermarmi a guardare (col titolo ripreso da una poesia di Patrizia Cavalli) presenta assemblaggi di fiori e vegetazione,
ed è composta da opere inedite su tela e tavola ad olio e tecniche miste,
che fanno riferimento a passeggiate boschive, tra arbusti in cui spuntano germogli e ciclamini
che iniziano a germogliare sotto il manto nevoso.
Comprende accenni autobiografici e rimandi poetici,
che si focalizzano sul respiro della terra e nel contempo sulla mancanza del respirare,
come se fossimo, in qualitĂ  di spettatori,
immersi in mezzo a quella natura che rinasce dal torpore invernale
come metaforicamente succede anche sovente nella vita.
La traccia autobiografica è dunque spunto di una rilettura metaforica dell’esistenza misteriosa delle piante,
con un afflato romantico piĂą che da esploratore naturalista.
I significati simbolici floreali, fanno da contrappunto al passo
e al respiro dell’essere umano alleato con la natura circostante,
che palpita come una presenza viva,
come uno Sturm und drang fatto di percezioni alterate e sensorialitĂ  pura.
Ersilia Sarrecchia si addentra nella flora come una ninfa dei boschi,
trattenendo la curiositĂ  di un ricercatore,
con la volontĂ  di captare la sensualitĂ  latente dei fiori selvatici,
spesso nascosta da un’apparenza non esteticamente apprezzabile,
attraverso il tocco della terra e dei petali,
l’odore deciso dei germogli, delle viole del tarassaco, che si trasforma in materia pittorica.
Erbe velenose e officinali usate un tempo per curare
o praticare incantesimi stregati che con poche e rapide pennellate
perdono la loro essenza formale e figurativa passando all’astrazione,
e si plasmano sotto alla dittatura del pensiero dell’artista che destruttura.
Selvaggia è la donna quindi ma anche la stratificazione materica che viene interiorizzata e riformulata
attraverso la puntualitĂ  istintiva del gesto e la pastositĂ  del colore,
che destruttura l’immagine fino ad a farla diventare altra cosa,
a sostituirsi al soggetto e cancellarlo.
C’è una diretta corrispondenza tra le due parti nell’atto di rivivere una nuova fioritura,
un nuovo inizio, la materia che si fa strada e si intreccia con un percorso vitale (Rifiorire).
Nel “suono della natura” gli spartiti musicali delle canzoni scelte non a caso,
fanno da sfondo all’intercettazione della pennellata e all’effetto cromatico
che si fonde alle note che appaiono dal livello sottostante.
Pentagramma e fiori diventano un alfabeto dell’ascolto dei suoni naturali,
del camminare assieme, del rifiorire e della metamorfosi in azione.
Un viaggio iniziatico in una nuova dimensione,
un immergersi nei suoni che culmina nell’opera Scomposta,
dove appare il buio mischiato al turbinio di cromatismi piĂą cupi ma comunque avvolgenti.
Ersilia Sarrecchia torna alle sue origini, quelle di Eva,
dell’innocenza primordiale, o di Lilith, la sua parte oscura,
dicotomia potente e ben presente nell’universo del femminile.

FRANCESCA BABONI

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Rossana Baraldi, 2022

Rossana Baraldi

(link)

Nelle Sue opere l’individuo è sempre al centro, in uno spazio concettuale interiore nel quale i soggetti sono immersi; uno spazio ed un tempo della mente e dell’anima. C’è solo l’istinto piĂą libero. Le immagini emergono come dai sogni. Ci si misura solo con le sensazioni. Volti, corpi, simboli, paure, desideri e ricordi si possono sovrapporre. “Le Sue opere danno forma all’inconscio creando la perturbante poesia dell’enigma. E’ questa una qualitĂ  propria delle opere poeticamente enigmatiche e perturbanti. Baraldi le elabora con sensibilitĂ  unica, creando molteplici relazioni tra la complessitĂ  esistenziale e la complessitĂ  universale. Essenza profonda e filo conduttore di tutta la sua ricerca”
Prof. Giuseppe Bernardoni (storico dell’arte)

17/09/2021 – 17/11/2021

FESTIVAL DELLA FILOSOFIA 21
“ESSERE DISPARTE”
Federica Poletti
(link)
A cura di Giulia Caverni

I fantasmi di Poletti all’interno di uno splendido palazzo delle prima metà del 1500, Palazzo Ferrari Moreni. Ospitate all’interno di uno studio di avvocati che ha deciso di prestare la sua sala più bella per ospitare le opere di Poletti in occasione di Festival Filosofia. Quando tutti si è parte, libertà è anche essere in disparte. I soggetti si sottraggono alla “normalità” tutta contemporanea di esistere, di esserci, nel limite della propria esposizione di sé. Reagiscono a una società che produce immagini apparenti, effimere, condannate ad un consumo, veloce, compulsivo. Fantasmi, reietti, sonnambuli, emarginati ci fanno riflettere fra il sé e la rappresentazione di sé nella società contemporanea, suggerendoci altre possibilità per l’esserci. L’autrice, vivendo con fatica quelle narrazioni odierne che vogliono tutti democraticamente protagonisti, crea personaggi che si nascondono, che si mascherano, che stanno nascosti nell’ombra; liberi di non partecipare a questa “normalità” che osanna l’estetica della sparizione.